Comunicazioni agite

Considerazioni sui risultati dell’Indagine nazionale sui CF presentati a Roma all’ISS il 12/12/2019 – Giovanni Fattorini

Si è tenuto a Roma il 12 Dicembre 2019 il Convegno, che ha concluso un’ampia ricerca sui Consultori Familiari di cui riportiamo una sintesi nell’articolo successivo. Per una valutazione più puntuale del grande lavoro svolto, di cui dobbiamo essere grati a tutto il gruppo dell’ISS, attendiamo che vengano pubblicati i risultati definitivi. Ma nell’introdurre la cronaca di questa giornata vorremmo segnalare i punti che consideriamo salienti e che per la loro significatività ci auguriamo possano contribuire ad una svolta nella politica nazionale e in quella delle diverse regioni in relazione a questi Servizi considerati un punto di riferimento internazionale da parte dell’OMS, ma non sempre adeguatamente considerati nelle politiche sanitarie nazionali e regionali discutendo anche delle proposte e delle intuizioni che AGITE ha fatto nel corso di questi anni e che i risultati dell’indagine hanno in gran parte confermato.

Sul versante organizzativo:

Stante la grande disomogeneità delle diverse realtà è comunque emersa nell’indagine come una necessità sempre più sentita, il fatto chel’Unità Operativa Consultori Familiari dovrebbe assumere in tutte le ASL le caratteristiche di Unità Operativa Complessa (UOC), con al suo interno eventuali Unità Operative Semplici (UOS) o diverse attribuzioni, come gli incarichi di alta professionalità, -o altro, come previsto peraltro dai contratti nazionali-, affidate a dirigenti sanitari o in funzione della distribuzione territoriale (per esempio: UOS per distretto ) o in funzione del riconoscimento di aree disciplinari presenti all’interno della UOC (per esempio UOS per area professionale) o in funzione di responsabilità specifiche all’interno della UOC (UOS per livelli, spazi, progetti). Questo a garanzia della possibilità di una direzione e di una programmazione autorevole e a tutela della possibilità di un legittimo sviluppo di carriera dei singoli operatori, e della necessaria autonomia per consentire all’UOC la responsabilità organizzativa e la possibilità di stabilire le forme di accordi di collaborazione e di integrazione con altre strutture aziendali (in primis l’ospedale di riferimento) e non aziendali (la scuola e altre realtà presenti sul territorio vedi ad esempio il volontariato sociale). Qualche segnale positivo è emerso poiché in almeno 8 Regioni sono presenti servizi consultoriali organizzati in UOC.

Sul versante della programmazione 

La diffusione di un sistema informativo che costituisce la premessa di qualsiasi tipo di valutazione e quindi di programmazione, seppure ancora lontani da risultati del tutto soddisfacenti, comincia ad affermarsi e l’idea che tutta l’attività a livello regionale e di USL, ASP etc. debba essere ricondotta ad un modello omogeneo e condiviso ispirato alla produzione legislativa e normativa nazionale, molto più coerente, a dir il vero, di quella periferica, si sta facendo strada.

Infatti “pressochè tutte le regioni dispongono di un documento che stabilisce obiettivi e funzioni dei Servizi Consultoriali”. Diventerà utile nel tempo monitorare in particolare proprio questo tipo di aspetto perché questo a mio parere sarà il miglior indicatore dell’attenzione “politica” a questo settore, della perizia amministrativa dedicata a questo ambito e della qualità complessiva dell’operatività. Ben più della valutazione delle risorse economiche investite.

E comunque questo è il riconoscimento che questa area è un area che richiede “pensiero”, aggiornamento ad una realtà che cambia,e cambia in fretta, investimento ideale ed intellettuale e non puramente conti, statistiche, essenzialmente quantitative e legate alla misurazione delle sole prestazioni alla fine tutte eguali.

Sul versante dei contenuti

Dall’indagine è emersa la molteplicità dei settori di intervento e la necessità di razionalizzare e programmare con più appropriatezza gli interventi, e nel contempo è stata confermata la vocazione socio sanitaria di questi servizi e i temi che ne costituiscono la peculiarità. Anche la metodologia di lavoro originaria, per quanto sbiadita in molte realtà viene confermata dai dati raccolti (modello biopsicosociale, lavoro di gruppo, offerta attiva, attenzione alla persona).

Sembrano inoltre confermate le tre macroaree di competenza.

  • Tutela della salute sessuale e riproduttiva delle donne e degli uomini. (Il tema della salute sessuale e riproduttiva secondo quella che è l’attuale definizione internazionale dovrebbe costituire area di riferimento culturale e scientifica cui ancorare questa componente della Mission dei CF). E quindi area della procreazione- dal momento preconcezionale al puerperio comprendendo la tutela della scelta procreativa, la contraccezione, il percorso nascita, l’assistenza alla scelta di interruzione della gravidanza, le situazioni di patologia o semplicemente di disagio-.E quindi area della salute sessuale e della donna in particolare-dalle attività di prevenzione oncologica all’attenzione delle fasi di transizione, dall’ assistenza preventiva delle più comuni patologie ginecologiche all’impegno nei confronti delle più diffuse patologie croniche che affliggono la popolazione femminile osteoporosi, endometriosi tra tutte-. Il tutto in una visione olistica che richiede competenze non solo prettamente ginecologiche e con una sensibilità particolare rivolta alle componenti più fragili della popolazione-donne immigrate, donne portatrici di disagio economico e sociale-.
  • Tutela delle relazioni di coppia e famiglia. Il tema della tutela delle relazioni trova, in collegamento alle implicazioni etiche e culturali sempre più complesse da esse sollevate, (si pensi al tema dell’adozione), nonchè dalla rilevanza sociale che esse assumono, uno spazio sempre più rilevante all’interno del servizio e costituiscono ormai una componente costitutiva della Mission dei CF. Questi temi sono stati al centro del dibattito nella seconda sessione tenutasi nel pomeriggio.
  • Tutela della salute dell’età evolutiva e dell’adolescenzaIl tema della salute degli adolescenti in relazione sia con gli aspetti dell’armonioso sviluppo della loro personalità, sia in relazione con gli aspetti più propriamente collegati alla loro educazione socio-affettiva e sessuale costituisce la terza componente della Mission dei CF documentata in molte realtà del paese ove l’unico luogo educativo relativo alla sessualità oltre quello della scuola sembra essere quello dei Consultori Pubblici peraltro ancora molto insufficiente.

Argomenti come quello della formazione, numero e caratteristiche strutturali delle sedi, personale, soddisfazione degli utenti e numero degli utenti ogni 100 residenti utilizzato come indicatore della copertura dei bisogni del bacino d’utenza nell’ultimo anno, indicatore che forse dovrebbe essere affinato, saranno oggetto di riflessioni future e nelle diverse realtà anche se il materiale raccolto è già ricco di tracce e di suggerimenti.

Conclusioni

L’impressione che se ne è tratta è quella di un servizio sicuramente in difficoltà-come tutto il Servizio Sanitario Pubblico-carenza di organici, riduzione forzata del numero delle sedi, inadeguatezza della strumentazione in particolare di quella informatica, deriva “ambulatoriale”- ma nel contempo la sopravvivenza, o forse di più, della vitalità della formula di cui l’aumento delle prestazioni ne è in parte una conferma(numero di gravidanze prese in carico, certificazioni IVG, prestazioni complesse, etc.) e soprattutto a 40 anni dalla loro concezione la validità della loro formula. E se la disomogeneità a livello regionale e anche all’interno delle singole aziende sanitarie rimane la caratteristica distintiva e il maggior problema da affrontare nei prossimi anni, la ricerca ha dimostrato che questa è una difficoltà non più ignorata e che la coscienza del suo superamento è chiara ai più ,operatori sanitari, sociali e forse anche delle amministrazioni.


Pubblicato il Dicembre 13, 2019