Diseducazione o maleducazione?

Di educazione sessuale ho già scritto altre volte. Nella vita lavorativa l’ho sempre fatta pur tra mille difficoltà. La mia esperienza è stata argomento della tesi per il conseguimento del Master in Medicina della Sessualità. Correva l’anno 2003. Sono passati “solo” vent’anni! Alla fine, mi auguravo “che prima o poi si riesca finalmente a legiferare in modo da far diventare l’educazione sessuale una delle tante materie di studio” ma, con profonda delusione, oggi devo aggiungere un doloroso “ancora nulla!”.
In tutti questi anni non che non se ne sia parlato. Sollecitazioni varie più che altro, buoni propositi di metter fine all’attesa infinita quasi inesistenti. Il richiamo è scaturito spesso da situazioni contingenti, come negli ultimi mesi tutte le problematiche connesse al notevole incremento di episodi di violenza, in particolare sulle donne, ma anche quelli conseguenti all’omotransfobia sempre più diffusa. Ormai le pagine di cronaca di tutti i quotidiani sono piene di narrazioni inquietanti, ripugnanti e ahimè luttuose.
Oggi da più parti l’origine di tutti i mali pare individuata nella pornografia, e nell’immagine distorta della sessualità che propaga diffusamente attraverso il web, di cui si cibano a piene mani anche ragazzi e ragazze di età inferiore ai quattordici anni, cioè prima del limite ritenuto di inizio odierno dell’attività sessuale. Da qui la necessità di arrivare finalmente a delle regole chiare ed univoche che siano obbligatoriamente condivise dal grande marasma delle sanità regionali per quel di competenza.
Ma nemmeno questa emergenza comportamentale riesce a mettere tutti d’accordo al fine di partorire, dopo un travaglio lungo e laborioso, in tempi brevi una legge accettabile. Anche perché nel frattempo si sono aggiunte altre questioni non di poco conto, come la teoria del gender e di quanto connesso e la stessa maternità surrogata con i suoi impicci legali, questioni contro cui frange estremiste fanno un’inaccettabile propaganda pseudocattolica molto lontana dalle più recenti aperture dottrinali di Papa Francesco.
Così capita che un parlamentare si possa permettere di definire con termini oltremodo sconvenienti la proposta di introdurre l’educazione sessuale sin dalle scuole primarie, come consigliato da tempo dall’OMS (Organizzazione Mondiale della Sanità), facendo leva sul supposto consenso di genitori altrettanto retrogradi, quando è ben noto a chi è pratico dell’argomento quanto le famiglie cosiddette “normali” siano anche su questo punto molto assenti e poco collaborative. Ora come allora, anzi di più!

Perciò dice bene Carlotta Vagnoli (D del 7 ottobre 2023): “Lasciare l’educazione sessuale fuori dai piani dell’offerta formativa è sintomo di una società sessuofobica che non ha cura della salute fisica ed emotiva dei propri giovani. … Imparare dagli adulti a non aver paura del proprio corpo, delle proprie emozioni e della sfera sessuale potrebbe crescere generazioni più sane delle nostre”.
Ma la strada da percorrere pare ancora lunga e irta di non poche difficoltà…

16 novembre 2023


Pubblicato il Novembre 20, 2023