L’età della pietra

Mi ha fatto molto piacere leggere di recente l’editoriale della direttrice di un periodico femminile incentrato su “Il corpo mutante di un adolescente” e sui problemi connessi, soprattutto psicologici, legati alla perdurante mancanza di un’educazione sessuale adeguata e costante nella nostra realtà sociale. In verità lei, introducendo il discorso, addolciva la pillola narrando che sua figlia undicenne si era compiaciuta perché quanto sentito a scuola era “quello che mi avevi già spiegato”. Beate loro! C’è da chiedersi in quante famiglie oggi possa accadere la stessa cosa. Penso davvero poche!

Di educazione sessuale ho già avuto modo di scrivere (“Ma serve? – GynecoAogoi, n.2/2010), quando, alla fine della mia vita lavorativa esprimevo il profondo rammarico per il mancato ritorno di qualsiasi fascia d’età nei luoghi legittimi, i consultori familiari. La fatica – perché di fatica si trattava! – non aveva raggiunto i risultati sperati. Sì, qualche minore era venuta, ma per chiedere la pillola del giorno dopo, che allora faceva il suo debutto, e non per una contraccezione affidabile. Ed io, che mi ero impegnato per un’informazione la più rigorosa possibile, come premio ricevevo il diniego dai genitori più retrivi e la cacciata dai religiosi tolemaici, quasi fossi un novello Galileo Galilei.

Ecco perché mi sta bene il messaggio della giornalista, che richiama anche i consigli dei responsabili sanitari americani, con l’invito alle famiglie a rafforzare i legami, riprendendo la consuetudine di stare insieme ai pasti principali, dimenticando per un po’ smartphone e simili. Ma in quante case questo è ancora possibile? Quanti genitori sono in grado di farsi sentire e ubbidire, sempre che non siano del tutto assenti, come il più delle volte in realtà succede? Senza ipocrisia, dobbiamo ammettere che la famiglia tradizionale non esiste più da un pezzo e la famiglia-tipo attuale non è certo quella che vorrebbe la ministra Eugenia Roccella.

E, sebbene siano passati quasi quindici anni dalla mia andata in pensione, di educazione sessuale nelle scuole ancora non se ne parla. E’ una “storia infinita” come giustamente titolarono Bruna Zani e collaboratori nell’ormai lontano 1993 (Franco Angeli Editore). Sono passati trent’anni e nulla è cambiato! Riguardo a quello, ma per la società certo sì! I rapporti sessuali sono diventati sempre più precoci e di solito non protetti. Le vendite di pillole postcoitali hanno raggiunto livelli inimmaginabili. Più che di affettività e rispetto si sente parlare di molestie e violenza. Qualcuno vuole pensarci?

24 luglio 2023


Pubblicato il Luglio 27, 2023