Interrogativi inquietanti

Non sono d’accordo con lo smisurato entusiasmo di chi, indubbiamente encomiabile per l’impegno profuso negli anni, dichiara con profonda convinzione che non è lontana la vittoria nella lotta contro i tumori. Come ho già detto altre volte, penso che i risultati raggiunti in oncologia, salvo alcune eccezioni, vedi le leucemie e i linfomi, sono legati più ai progressi della diagnostica che a quelli della terapia. Malgrado la messa a punto di nuovi farmaci, dal costo decisamente proibitivo, di rado riusciamo a giungere ad una vera guarigione, ad esempio in campo ginecologico, accontentandoci di risultati al ribasso, come la sopravvivenza libera da malattia o quella entro un periodo critico, di solito cinque anni.

Si aggiunga che le terapie anti neoplastiche, pur aumentando l’aspettativa di vita, sono quasi sempre causa di effetti collaterali che ne compromettono non poco la qualità. Esempi possono essere i tanti fastidi post-radioterapia nei tumori ginecologici o l’incontinenza e l’impotenza postoperatorie nel cancro della prostata. Così il trattamento finisce con spaventare più della malattia stessa, confermando tragicamente attuale l’invocazione del medico inglese Jonathan Hutchinson (1828- 1913): “Signore, liberaci dal rendere la guarigione più penosa del persistere del morbo”. Tanto da chiedersi se sia preferibile vivere di meno ma meglio che vivere più a lungo ma peggio. Meglio morire di cancro che per mano di oncologici troppo ambiziosi, ha detto Richard Smith, ex direttore del British Medical Journal.

Tutti motivi per cui, al colmo della disperazione, fin troppo spesso finiamo col dare fiducia ai tanti santoni che, talvolta con un linguaggio e una tecnica da perfetti imbonitori, propagandano terapie miracolose senza che esse siano state adeguatamente testate riguardo all’efficacia. Sappiamo bene quanto, anche prima del grande bazar di internet, l’angoscia estrema dei sofferenti abbia dato grande risonanza a metodi empirici, dal siero Bonifacio al metodo Di Bella, per citare solo i più conosciuti dal grande pubblico. La bocciatura senza appello da parte degli esperti ministeriali dovrebbe aver fatto chiarezza definitiva, pur restando un piccolo dubbio che si tratti davvero di cialtroni o che piuttosto siano un pericolo per gli interessi di Big Pharma.

Il cancro si sa vuol dire anche dolore. Eppure c’è voluto tanto perché si provvedesse a legiferare per la terapia antalgica (cfr. le Linee guida per l’’ “Ospedale senza dolore” e le di poco precedenti Norme per agevolare l’impiego dei farmaci analgesici oppiacei nella terapia del dolore) che ancor oggi comunque stenta ad avere pratica attuazione, soprattutto per i costi elevati. La liberalizzazione dell’uso a fini terapeutici della cannabis, a tale scopo prodotta dall’Istituto Farmaceutico Militare, si è rivelata il consueto flop, tanto che ci toccherà rivolgerci a San Marino che ha fiutato l’affare. Non c’è che augurarsi che possa andar meglio, anche se sembra che un po’ tutti abbiamo completamente dimenticato il precetto ippocratico “Opus divinum est sedare dolorem”. Tra costi, risparmi ed interessi vari.

Infine, malgrado si continui purtroppo a morire, resta ancora dolorosamente e colpevolmente lontano da una soluzione il problema dell’assistenza ai malati terminali, dell’autodeterminazione nella scelta delle terapie e della loro sospensione, con un accompagnamento sereno verso la morte. Casi come Welby o Englaro hanno sollevato un notevole polverone, con molte dichiarazioni, fuori da ogni buon senso oltre che lontane da ogni carità cristiana, per poi tornare nel totale silenzio. In attesa che si legiferi, molti poveretti cercano soluzioni personali pure costose. Ma la libertà di scelta delle cure è o no un diritto inalienabile di ogni paziente? La sentenza del Consiglio di Stato, proprio riguardo il caso Englaro, ha detto di sì: alimentazione e idratazione sono atti medici che il paziente ha diritto di rifiutare. Ma leggi e sentenze è come se non esistessero quando ci si fa guidare da una logica aberrante.

Giuseppe Gragnaniello

20 giugno 2022


Pubblicato il Giugno 20, 2022