Sesso selvaggio

Negli ultimi tempi ha fatto senza dubbio scalpore la notizia della coppia statunitense che ha candidamente dichiarato di non volerne sapere, almeno per il momento, di far figli. Certo non per motivi economici, avendo tutti e due un buon lavoro, tale da consentire loro dodici viaggi all’anno, praticamente uno al mese. Ma perché l’assenza di pargoli permette loro di dormire sino a tardi e di stare in completo relax nei week-end e soprattutto di praticare sesso selvaggio quattro volte a settimana. Per contro riportano il comune giudizio di molti genitori che considerano la loro vita finita da quando hanno bambini che finiscono per condizionare pesantemente la loro vita.
Che dire? Pare di stare nel pieno di quel “edonismo reaganiano”, secondo la brillante definizione che ne fece Roberto D’Agostino a proposito dell’atmosfera che caratterizzò gli anni Ottanta dell’altro secolo. Ricordate? Quegli anni che hanno lasciato un ricordo indelebile in parecchi, tanto da generare addirittura una canzone di discreto successo, “Cosa resterà” (di questi anni Ottanta). Edonismo cioè la ricerca del piacere a tutti i costi per godersi le gioie della vita. Reaganiano da Ronald Reagan, l’attore datosi alla politica ed eletto presidente degli Stati Uniti per due mandati, proprio in quel decennio.

Una mentalità non diversa deve caratterizzare anche le coppie italiane di una certa cultura e estrazione sociale che procrastinano il tempo della riproduzione sino ad arrivare ben oltre i trent’anni, quasi l’età dei succitati americani. Sarà la ricerca di realizzazione, sarà l’attesa di un’indipendenza economica o sarà questa voglia (inconfessabile?) di pensare a se stessi e alla propria felicità, ecco che si arriva a pensare ad un figlio quando il tempo della maggior fertilità è passato e in molti casa sarà necessario un “aiutino” perché si concepisca e una buona dose di fortuna perché tutto vada a buon fine. E l’eventuale bambino bambina che dovesse nascere rimarrà quasi sicuramente un figlio unico.
Ecco così spiegata un’altra ragione per rispondere al perché delle culle vuote, la denatalità che da parecchio ormai ci attanaglia e che va sempre più peggiorando.
Se aggiungiamo tutti gli altri fattori (costi, carenza di aiuti, carenza di servizi, ecc.) sempre sulla bocca dei politici, di qualsiasi schieramento essi siano, ma a cui proprio essi non riescono a dare una soluzione bipartisan, cioè condivisa da tutti, come finalmente sarebbe augurabile che fosse, capiamo perché il problema del calo demografico non si risolverà e avremo ancor meno nuovi nati, malgrado gli appelli più recenti degli stessi ginecologi, certamente non disinteressati.
Amici cari, rassegniamoci!


Pubblicato il Aprile 14, 2023