Una legge che aiuta la nuova genitorialità

Papà con neonato
Il congedo parentale è materia politica importante per intervenire a favore del/della dipendente, in modo da scindere il criterio di assunzione dalla volontà o meno di diventare genitori.

 

È diventato di calda attualità, a maggior ragione con il calo delle nascite post-covid che ha aggravato la tendenza alla bassa natalità già evidenziatasi negli anni precedenti, la tematica del congedo parentale equo in quantità (e obbligatorietà) fra madre e padre.

Sempre più importanza infatti ha assunto la presa in carico da parte della politica di offrire delle alternative e delle possibilità di almeno parziale soluzione o cambio di tendenza del problema.
In realtà il congedo di paternità era già stato istituito 10 anni fa con la legge Fornero (L. 92/2012). All’inizio si trattava di una sola giornata di astensione obbligatoria e ulteriori due giornate facoltative da godere (in alternativa alla madre). Rivisto nel frattempo, al riguardo dei giorni totali di congedo facoltativo o obbligatorio,  la legge di bilancio per l’anno 2022 ha stabilizzato entrambi i congedi del padre. Pertanto, a partire dal 2021 i congedi non sono più sperimentali e i padri lavoratori dipendenti possono fruirne in caso di nascita, adozione, affidamento o collocamento temporaneo di minori, ma anche in caso di morte perinatale del figlio.

Dal 2022 invece, il congedo di paternità obbligatorio, cioè le 10 giornate per i papà naturali o adottivi/affidatari lavoratori dipendenti, diventa strutturale. In termini di giorni, in realtà non cambia molto rispetto alla legge precedente, ma il passo avanti è stato instituito dal fatto che la misura non dovrà più essere rinnovata annualmente; essa diventa stabile.

Ricordiamo che il congedo di paternità può essere goduto anche in via non continuativa entro il quinto mese dalla nascita o dall’ingresso in famiglia della bambina o del bambino.
Per avere informazioni più accurate e precise su come funziona, chi può usufruirne e come farne domanda, si invita a collegarsi al sito dell’INPS.

Come è stato fatto presente da parlamentari che hanno lavorato alla legge, è opportuno sottolineare che  crescere un figlio è compito di entrambi i genitori e per un datore di lavoro il criterio di assunzione non può basarsi sulla volontà o meno di diventare genitori.


Pubblicato il Maggio 20, 2022