4 Marzo: Giornata Internazionale contro HPV

L’infezione da Papillomavirus Umano (HPV) è l’infezione sessualmente trasmessa più diffusa in entrambi i sessi. Sebbene la maggior parte delle infezioni da HPV decorra in maniera transitoria e asintomatica (il 60-90% delle infezioni, sia da genotipi oncogeni che non oncogeni, si risolve spontaneamente nell’arco di 1-2 anni dal contagio) la persistenza dell’infezione può determinare l’insorgenza di lesioni benigne e maligne della cute e delle mucose. L’HPV è infatti un potente agente cancerogeno sia per la donna, in quanto è responsabile del 100% dei tumori del collo dell’utero, dell’88% dei tumori anali, del 70% dei tumori vaginali, del 43% dei tumori vulvari, ma anche per l’uomo con il 50% dei tumori del pene ed il 34% dei tumori dell’orofaringe.

Il cancro cervicale è il quarto tumore più comune tra le donne a livello globale, con una stima di 604.000 nuovi casi e 342.000 decessi nel 2020. Circa il 90% dei nuovi casi e decessi nel mondo nel 2020 si è verificato nei paesi a basso e medio reddito.
Nella nostra realtà l’integrazione della prevenzione primaria con la vaccinazione contro l’HPV e della prevenzione secondaria (screening e trattamento delle lesioni precancerose) rappresenta una strategia efficace con la potenzialità dell’eradicazione della malattia. Ed infatti i numeri parlano chiaro: la mortalità per tumore della cervice uterina è nettamente calata negli ultimi decenni, in maniera inversamente proporzionale all’aumento dell’adesione della popolazione allo screening.

In particolare i programmi di screening oncologico, ormai avviati da decenni nelle regioni italiane attraverso le ASL, sono basati sull’offerta attiva tramite invito del pap-test in passato e dell’HPV-test attualmente, secondo le Linee Guida italiane ed internazionali, alla popolazione target (donne tra i 25-64 anni), con l’organizzazione di un percorso di approfondimento assistenziale e terapeutico definito e gratuito, nel quale i consultori e gli ambulatori del territorio svolgono un ruolo strategico ed essenziale.

Per quanto riguarda la vaccinazione invece, viene offerta alla popolazione scolastica di entrambi i sessi di età 11 anni, nonché alle donne di età superiore comprese le donne che hanno effettuato un trattamento per lesione di alto grado. Anche in questo ultimo caso il territorio svolge un’azione centrale nella gestione di queste pazienti, dallo screening, al trattamento, alla vaccinazione.

La pandemia da COVID-19 ha però provocato una battuta d’arresto ai percorsi di prevenzione. Durante il lockdown infatti gli screening sono stati sospesi e successivamente ripresi ma con accessi ai servizi cadenzati per il rispetto delle misure di sicurezza, per cui c’è stato sia un numero minore di inviti, sia una minore adesione agli inviti (eccessiva paura di ammalarsi di COVID contrapposta alla sottostima del rischio di ammalarsi di cancro cervicale), ed anche l’adesione alla vaccinazione HPV ha subito un rallentamento, per vari motivi (popolazione studentesca in DAD, reticenza alla vaccinazione, paura di interazione tra vaccini diversi).

Ancora una volta emerge quindi il ruolo centrale del territorio nel rafforzare i programmi di screening, offrendo un servizio alle donne che comprenda l’aumento dell’offerta attiva, la presa in carico iniziale attraverso l’HPV-test e/o il prelievo citologico, il percorso diagnostico e terapeutico per le pazienti con lesioni ed infine l’offerta vaccinale in varie età. Il territorio attraverso l’interazione di vari professionisti e servizi è in grado inoltre di fornire le adeguate informazioni sullo screening e la vaccinazione e di accompagnare le donne nelle loro vari fasi di età offrendo una prevenzione efficace per le patologie hpv-correlate, con il duplice scopo di eradicare la malattia ed eliminare le disuguaglianze, oltre a cercare di colmare il gap delle mancate diagnosi a causa dalla pandemia.

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Pubblicato il Marzo 4, 2022